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È la cimasa della pala Felicini, recuperata al suo primitivo aspetto quattrocentesco da un restauro che ha rimosso le ridipinture (eseguite dallo stesso Francia) che ne avevano reso più austera e devozionale la fisionomia.
Accanto alla Crocefissione delle Collezioni comunali d'arte costituisce un risultato altissimo del primo decennio dell'attività dell'artista.