Una delle quattro tavolette che rappresentano Storie di Sant'Antonio Abate.
Sono gli unici elementi pervenutici di una pala eseguita da Vitale per la chiesa bolognese di Sant'Antonio Abate.
Il tono vivace e ancora convulso della narrazione, non priva tuttavia di una certa gotica eleganza, pone queste "storiette" poco dopo gli affreschi di Mezzaratta, intorno agli inizi degli anni quaranta.
In alto, la guarigione di Sofia, figlia dell'imperatore Costantino, ai funerali di Sant'Antonio.
In basso, Sofia posseduta dal demonio.

La croce, già nella chiesa di San Francesco, viene trasferita nel 1801 nella cappella dei Malvezzi Campeggi in Santa Maria del Borgo.
Riferita all'ignoto artista vicino a Giunta Pisano venne  modificata all'inizio del quattrocento con l'aggiunta laterale di una Sant'Elena attribuita a Jacopo di Paolo, poi nel corso del XIX secolo privata dei terminali, ora a Washington, e del tondo apicale, perduto.

Una delle quattro tavolette che rappresentano Storie di Sant'Antonio Abate.
Sono gli unici elementi pervenutici di una pala eseguita da Vitale per la chiesa bolognese di Sant'Antonio Abate.
Il tono vivace e ancora convulso della narrazione, non priva tuttavia di una certa gotica eleganza, pone queste "storiette" poco dopo gli affreschi di Mezzaratta, intorno agli inizi degli anni quaranta.
In alto, il Santo sorregge il corpo di Effron.
In basso, Sant'Antonio resuscita tre uomini uccisi dalle fiere.

Una delle quattro tavolette che rappresentano Storie di Sant'Antonio Abate.
Sono gli unici elementi pervenutici di una pala eseguita da Vitale per la chiesa bolognese di Sant'Antonio Abate.
Il tono vivace e ancora convulso della narrazione, non priva tuttavia di una certa gotica eleganza, pone queste "storiette" poco dopo gli affreschi di Mezzaratta, intorno agli inizi degli anni quaranta.
In alto, un mendicante esorta il re di Palestina ad inviare i viveri a Sant'Antonio Abate.
In basso, l'arrivo dei cammelli con i viveri.

Una delle quattro tavolette che rappresentano Storie di Sant'Antonio Abate.
Sono gli unici elementi pervenutici di una pala eseguita da Vitale per la chiesa bolognese di Sant'Antonio Abate.
Il tono vivace e ancora convulso della narrazione, non priva tuttavia di una certa gotica eleganza, pone queste "storiette" poco dopo gli affreschi di Mezzaratta, intorno agli inizi degli anni quaranta.
In alto, Sant'Antonio Abate lascia il monastero di Patras.
In basso, Sant'Antonio Abate sconfigge un drago che gli appare in una fonte.

Questa tavoletta forse faceva parte di un unico complesso decorativo, di ignota provenienza, a cui appartengono anche l'Adorazione dei Magi e le Storie di S. Giovanni Evangelista, ora presso il Museo di Raleigh (USA).
L'impaginazione arcaica della raffigurazione suggerisce una datazione intorno al 1330.