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Colpisce il taglio della composizione del dipinto, tutto giocato sulla diagonale del corpo di Abele sviluppata in profondità dalle colline e dalla figura di Caino, che si allontana di spalle fuggendo. Lo sfumato dei contorni, lo spessore materico e il trattamento vigoroso delle superfici, con risalti di colore, sono tratti tipici della produzione giovanile del Baciccio, al cui catalogo la tela è stata assegnata dopo un’iniziale attribuzione a Guido Reni.