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Da ritenersi la prima grande prova dell'Aspertini in patria dopo il soggiorno romano compiuto, secondo la critica più recente, sulla metà dell'ultimo decennio del Quattrocento, durante il quale aveva studiato e riprodotto la pittura e la scultura antiche, reinterpretandole con spirito fantastico.
La pittura di Filippino Lippi, Lorenzo Costa e Perugino offre le principali coordinate culturali entro cui leggere l'opera, ricca di influssi nordici.