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Definita come copia da Tiarini nell’inventario dei dipinti del conte Giacomo Zambeccari (1796), la tela è stata in seguito ritenuta dalla critica opera del pittore bolognese. Colpisce il carattere drammatico della scena, accentuato da un cromatismo giocato sui toni bruni, mentre il taglio della composizione e il forte scorcio del corpo di Cristo, verso cui si protende contrita la Vergine, conferiscono un carattere di immediatezza all’episodio dipinto.