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La tela, assieme a una Vergine in gloria (inv. 438) anch’essa conservata in Pinacoteca e che fungeva da sopraqquadro, si trovava nella chiesa di Gesù e Maria. Nonostante gli evidenti richiami a Guercino, Cantarini e soprattutto a Reni, di cui fu allievo, Desubleo realizza una composizione originale ed efficace, in cui il solenne impianto classicheggiante è vitalizzato dalla sincera retorica dei gesti e dei sentimenti e da un naturalismo e una lucidità ottica di ascendenza nordica.