Battesimo di Cristo
Eseguita per la chiesa di San Giorgio, la grande pala fu ceduta all'Accademia di Belle Arti nel 1823 dai proprietari della cappella, le famiglie Cingari e Fabbri.
Era stata commissionata dal mercante Matteo Gnetti che nel 1617 si era assicurato il patronato della cappella e nel 1619 concordava con i padri Serviti il soggetto da raffigurare nella pala.
È tra i capolavori della pittura sacra di Albani, esemplificativo della solenne impostazione classica appresa nel lungo soggiorno romano grazie allo studio diretto dell'antico e alla visione delle opere mature di Annibale Carracci e di quelle di Domenichino.
Osservava con perspicacia il Malvasia: "tavola del più squisito fare moderno, che servisse mai di norma e di modello ad ogni altro", riportando l'ammirazione di Cantarini, quasi prevedendo la fortuna che quel modello avrebbe goduto nella seconda metà  del secolo e nei primi decenni del Settecento presso Pasinelli, Creti e Graziani.
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